3 febbraio 1957: debutta uno dei programmi tv italiani più celebri di sempre, il Carosello.
La trasmissione rimarrà nei palinsesti fino all’1 gennaio 1977. Con i suoi sketch pubblicitari “d’autore” spopolerà in tutta la penisola. Nel momento del suo maggior successo, nel 1976, arriverà a raggiungere anche 19 milioni di italiani in un unico episodio.
La prima puntata. La puntata d’esordio del Carosello viene trasmessa alle 20.50, dopo il telegiornale. Ha una durata di 10 minuti. In essi si susseguono quattro spot pubblicitari. Spot che la Società per Azioni Commerciale Iniziative Spettacolo (SACIS) ha scelto attraverso un’estrazione.
“Per guidare meglio” è il cortometraggio che inaugura la storia del celebre programma. Il filmato è stato commissionato dalla Shell Italia. In esso, Giovanni Canestrini, giornalista grande conoscitore del mondo dei motori, dispensa suggerimenti per viaggiare più sicuri in auto.
Il secondo spot è “Un personaggio per voi” della Saipo L’Oréal. In questo caso, il protagonista è il mitico Mike Bongiorno. Il presentatore intervista una celebrità, portando in omaggio dei prodotti del brand in questione.
Segue poi la puntata numero uno della serie “Quadrante della moda”. Serie che è dedicata alle macchine per cucire Singer e vede la partecipazione dell’attore Mario Carotenuto. La trasmissione si conclude, quindi, con “L’arte del bere” dedicata a Cynar. In questo cortometraggio appaiono Carlo Campanini e Tino Bianchi.
Una genesi turbolenta
Nonostante l’ottimo debutto e il grande successo degli anni successivi, il Carosello ha una nascita travagliata. Inizialmente, il suo primo episodio deve andare in onda l’1 gennaio 1957. Diversi problemi e rallentamenti, però, fanno sì che il debutto venga spostato.
Gli addetti ai lavori trovano piuttosto difficile conciliare due aspetti. Uno è la sempre maggiore domanda di sponsorizzazione da parte di diversi enti. Il secondo è trovare un tipo di pubblicità apprezzabile anche dagli italiani, non ancora entrati nella mentalità consumistica.
Si arriva dunque al 2 febbraio 1957 e il SACIS non ha ancora trovato una sigla. Per risolvere questo, Gino Sinopoli, il direttore, decide di farsi aiutare dal regista Luciano Emmer. Emmer si fa affiancare quindi da Cesare Taurelli, uno dei maggiori esperti di pubblicità televisiva.
Assieme optano per una sigla che vede alzarsi diversi siparietti uno dietro all’altro. Su questi ultimi vengono riprodotti dei disegni realizzati dalla moglie dell’architetto Gianni Polidori.
La colonna sonora, invece, viene presa da un documentario Incom sulle lumache. In esso, le immagini sono accompagnate da una tarantella napoletana dell’Ottocento, “Pagliaccio”. Un brano che è rivisitato dal maestro Raffaele Gervasio.
Tutto viene completato poche ore prima della messa in onda, alle 5 del mattino.
Giorgia Silvestri